Dunque, il Ricovero iniziò la propria attività in quella che è l’attuale Villa Sironi, rimanendovi fin verso il 1939, per poi trasferirsi per qualche tempo alla Ca’ de Ratti, in attesa di completare l’apposito edificio costruito negli anni ’40 in Via Provinciale. Infatti, nel febbraio 1939, fu acquistato il terreno ove sorge ancora l’attuale sede e affidato l’incarico di redigere il progetto di costruzione della Casa di Riposo.
L’edificio, tutto bianco e rettangolare, ora demolito, fu realizzato con i proventi della vendita della Baita e con il contributo del Capo del Governo. Frattanto i ricoverati salirono da 7 a 14 col trasferimento a Imberido, per diventare una trentina fino al 1970, accolti nella vecchia sede di Via Provinciale.
Con il passare degli anni, ovviamente, la struttura denunzia la propria inadeguatezza rispetto alle maggiori richieste di acceso da parte dell’utenza, al sorgere delle nuove esigenze funzionali connesse al costante miglioramento del tenore di vita e al crescere della domanda sociale della popolazione anziana. L’Amministrazione, allora guidata dal Cav. Cesare Mariani, che era subentrato al presidente del primo dopo guerra, signor Rinaldo Mauri, pose mano all’ampliamento della casa con la costruzione più a sud e l’ammodernamento della cucina, ricavata sotto il blocco centrale.
Furono così creati 38 nuovi posti che, sommati a quelli conservati nel primo edificio con qualche miglioramento, portarono la capienza complessiva attorno ai 60 posti letto. L’utilizzazione della nuova struttura avvenne nel dicembre del 1971, ma già dal 1974-75 venivano avviati i primi studi progettuali per un ulteriore ampliamento.
Per il completamento dei lavori occorsero diversi anni e l’impegno di due amministrazioni consecutive: quella del Cav. Mariani e quella del signor Ezio Tettamanti. Finalmente il 9 maggio 1982 fu inaugurata l’ala fronteggiante Via Giovanni XXIII, comprendente due piani modernamente attrezzati per gli ospiti, la chiesetta e l’ampio refettorio a piano terra, la lavanderia e il guardaroba nel seminterrato.
Dal 1984 in poi, invece, gli interventi sulla struttura sono stati quelli di trasformazione di alcuni settori della casa di riposo in reparti protetti per anziani non autosufficienti, in adempimento delle direttive regionali e dei piani socio – sanitari di zona.
Questi interventi, avvenuti durante le gestioni amministrative presiedute dal signor Felice Giudici, hanno portato alla creazione, nel 1984, dei primi 13 posti letto protetti, sul piano rialzato, successivamente portati alla consistenza attuale con quelli ricavati sullo stesso piano e al piano superiore e con l’aggiunta di due ampi saloni soggiorno e pranzo per i disabili.
L’amministrazione presieduta dal signor Emanuele Fumagalli ha visto il realizzarsi dall’anno 2004 della trasformazione dell’Ente da IPAB a Fondazione di diritto privato, per effetto delle disposizioni della L.R. N° 1 del 13.02.2003. Sono altresì stati realizzati ulteriori interventi edilizi volti ad adeguare l’intera struttura alle più recenti direttive regionali, tra cui la realizzazione della portineria e di due sale di soggiorno e pranzo al primo e secondo piano, l’ampliamento degli spogliatoi del personale, la creazione del locale farmacia e di altri locali di servizio, l’adeguamento dell’impianto di distribuzione dell’ossigeno.
Nell’anno 2009 è stata altresì ottenuta l’autorizzazione definitiva al funzionamento della struttura nella consistenza di 79 posti letto complessivi, di cui 66 accreditati e 13 autorizzati.
L’attuale amministrazione, presieduta dal dott. Sergio Appiani, ha realizzati alcuni importanti interventi strutturali quali la pavimentazione dell’area esterna, il parziale rifacimento della copertura, l’ampliamento dell’impianto centralizzato per la distribuzione dell’ossigeno.
Ha inoltre proceduto all’acquisizione dal Comune di Oggiono dell’adiacente area verde per la ricollocazione degli impianti e funzioni ritenuti a rischio di incendio quali la cucina e la centrale termica, come richiesto dalla normativa antincendio per le strutture sanitarie, per garantire l’esercizio in sicurezza dell’attività.